Note sullo spettacolo
di Alessandra Seggi
"L’idea di realizzare l’opera “Costruiamo una città” nasce dalla volontà di far riflettere anche i più piccoli sul modo di vivere e condividere le attività all’interno della società".
Lo spettacolo vuole in maniera semplice e diretta cercare di ampliare gli strumenti di lettura critica, facilitando la pratica della riflessione e dell’analisi attorno all’evento scenico. In questo filone si colloca oggi il progetto di allestimento per bambini e ragazzi “Costruiamo una cittàt”, per il quale l’autore non prescrisse una vera e propria strumentazione, ma lasciò alla discrezione dei preparatori e alla disposizione delle forze musicali la formazione dell’organico basato su un ensemble di archi e fiati. Nella nota introduttiva all’opera viene precisato che il numero, sia dei bambini che cantano che dell'insieme orchestrale, non è fisso ma non può essere inferiore a tre". In partitura, infatti, troviamo una scrittura strumentale a tre parti. Tuttavia: "Se si dispone di una vasta orchestra, comprendente anche strumenti di estensione e timbro diversi, si potrà rendere più attraente l'esecuzione". E ancora: "Tamburelli,tamburi ed altri semplici strumenti a percussione daranno alla musica maggiore vivacità". “Costruiamo una città” è ripartita in 10 numeri, nei quali si svolge la catena di vivaci e colorate filastrocche infantili del testo di Robert Seitz. I bambini raccontano e cantando l’intenzione di costruire una nuova città, immaginata con la ingenua disposizione dello sguardo innocente; un adulto chiede loro come vogliono costruirla, chi sono i suoi abitanti, da dove vengono e così via. La musica si dispone a seguire la chiassosa allegria con melodie ritmate e ben sgrassate da orpelli. “Costruiamo una città” di Hindemith non è solo un'opera da ascoltare e vedere, ma uno spettacolo in musica che a ogni esecuzione si trasforma. Il pubblico, infatti, diviene anch'esso protagonista, stimolando con domande i bambini sulla scena e insieme, mentre danno vita alla loro città, tutti i partecipanti realizzano attivamente un'umana e globale esperienza musicale. Il musicista tedesco ha scritto in tutto dieci brani musicali, tre dei quali esclusivamente strumentali (la marcia iniziale nonché il terzo e sesto pezzo). L’operina ha avuto negli anni un grande successo, ed è conosciuta anche in Italia nella strumentazione approntata da Luciano Berio.
Hindemith e il suo tempo
a cura di Laura Quattrini
Nella Germania degli anni '20 molti artisti condivisero la convinzione che tutti i linguaggi artistici dovessero essere funzionali al miglioramento della vita dei cittadini e a stimolare la partecipazione collettiva alla crescita culturale della società. Al primo posto, si riteneva esserci l'architettura, in quanto responsabile della vita quotidiana sia come ambiente di lavoro che come luoghi in cui fruire dei servizi pubblici e in cui trascorrere il tempo libero. Gli architetti della Bauhaus - la Scuola d'Arte di Weimar che assunse un ruolo di primo piano come portavoce di queste idee - progettarono edifici pubblici, fabbriche e case private, seguendo il principio della massima funzionalità, dell'eliminazione del superfluo e del risparmio delle risorse. Progettarono anche teatri pensati per eliminare le barriere tra attori/musicisti e pubblico, volendo ottenere un coinvolgimento attivo del pubblico nello spettacolo. Non tutti i loro progetti furono realizzati, e dopo il 1933, con l'avvento del nazismo, le loro proposte e idee furono messe al bando, tacciate di essere“arte degenerata”. Molti artisti – tra cui Paul Hindemith- scelsero la via dell'esilio, altri un volontario isolamento. Talvolta pagarono con la vita il loro dissenso. E' in questi anni che nacque la Jugendbewegung, un movimento che promuoveva il progresso musicale, fondata da musicofili dilettanti. Ai compositori si chiedeva di scrivere musica che potesse essere non solo fruita ma anche realizzata da musicisti non professionisti: la musica doveva essere un'attività pratica per uso sociale. Convinto assertore di questi ideali, negli anni '20 Hindemith compose molta Gebrauchsmusik (letteralmente “musica d'uso”, nel senso che doveva poter essere eseguita anche da dilettanti e in maniere e contesti diversi), tra cui diverse operine: nel 1921 Nusch-Nuschki per marionette birmane, su libretto di Franz Blei; nel 1922 in collaborazione con Hedwig Michel e Franziscka Becker, Tuttifäntchen, Weinachtmärchen mit Gesang und Tanz in drei Bilden (racconto di Natale con canto e ballo in 3 quadri) 11 i cui personaggi sono adulti, bambini e marionette; nel 1929, in collaborazione con Bertold Brecht, Das Badener Lehrstück vom Einverständnis (Pezzo didattico di Baden sul consenso), brano fortemente impegnato ideologicamente e che prevede il coinvolgimento del pubblico. L'anno successivo, di nuovo pensando ai bambini, scrisse Wir bauern eine Stadt (Costruiamo una città). Volutamente, Hindemith scrisse una partitura estremamente essenziale, per 3 voci e strumentini a percussione (tamburello, tamburo e legnetti), indicando nella prefazione all'edizione che la realizzazione del brano poteva impiegare da un minimo di 3 esecutori a un qualsiasi altro organico, per il quale si potevano adattare le parti attenendosi in maniera libera a quanto da lui scritto. Così come considerava possibile aggiungervi altre parti musicali e testuali. Questa composizione ha riscosso moltissimo successo nel corso degli anni ed è stata realizzata ogni volta in un modo un po' diverso.